TECOFIL INTERNATIONAL S.r.l.

Trattamento acque piazzale

Progettazione e realizzazione di sistemi per il trattamento delle acque

Fondata nel 2007, TECOFIL INTERNATIONAL S.r.l. nasce con l’obiettivo di offrire soluzioni efficaci e continuative per il trattamento delle acque nei mercati internazionali, con particolare attenzione a Cuba, Centro America e Caraibi. L’azienda è specializzata nella progettazione, costruzione e installazione di impianti per il trattamento di acque primarie, reflue e fanghi, sia in ambito civile che industriale.

Esperienza consolidata a Cuba

L’attività di TECOFIL inizia a Cuba nel 2000 con la fornitura di impianti per lavanderie industriali, per poi espandersi progressivamente fino a raggiungere oltre 300 impianti installati su tutto il territorio nazionale. Tra i principali clienti: Gaviota Tecnotex, CUPET, COPEXTEL, CUBA HIDRAULICA, SERVISA, GRUPO ACINOX, ALIMPET, e molti altri.

Trattamento acque piazzale Soluzioni su misura per ogni settore

TECOFIL INTERNATIONAL sviluppa soluzioni per:

  • Turismo: impianti per il trattamento delle acque reflue e sistemi di addolcimento per strutture alberghiere e lavanderie industriali.
  • Sanità: sistemi di addolcimento e potabilizzazione per ospedali e cliniche.
  • Industria: impianti di trattamento per acque di processo e scarichi oleosi, compresi i settori della raffinazione e alimentare.
  • Risorse idriche: impianti per la gestione e il riutilizzo delle acque, con tecnologie compatte e containerizzate.

Tecnologia e qualità italiana

TECOFIL è rappresentante esclusiva per Cuba di importanti marchi italiani:
CALPEDA, DRENO, ROVATTI, IDROSISTEMI, FILLING TECHNOLOGIES, SIDERPOL, garantendo impianti di alta qualità e componenti certificati.

Impianti e tecnologie

L’offerta include:

  • Sistemi di addolcimento, osmosi inversa, filtrazione, clorazione, trattamento UV e flottazione D.A.F.
  • Impianti containerizzati e compatti per trattamento acque reflue civili e industriali
  • Sistemi per la disidratazione fanghi, trattamento fumi di incenerimento, recupero acqua per riutilizzo
  • Laboratori e strumenti di analisi, componenti elettrici, pompe, griglie, miscelatori, filtri a sabbia, sistemi di aerazione e molto altro

Impegno ambientale e innovazione

Il trattamento delle acque di piazzale, anche noto come trattamento delle “acque di prima pioggia” o “acque di dilavamento”, è un processo di depurazione essenziale per le acque meteoriche che scorrono su superfici esterne come parcheggi, aree industriali, distributori di carburante e piazzali di stoccaggio.

Cos’è e perché è necessario

Le acque di prima pioggia sono i primi millimetri di precipitazione (generalmente 5 mm) che, scorrendo su superfici impermeabilizzate, raccolgono e trasportano un’alta concentrazione di inquinanti accumulati. Trattare queste acque è obbligatorio per legge e serve a prevenire l’inquinamento di fiumi, falde acquifere e suoli.

  1. I principali contaminanti
  2. I contaminanti più comuni presenti in queste acque sono:
  3. Idrocarburi e oli: provenienti da veicoli, macchinari e perdite accidentali.
  4. Solidi sospesi: sabbia, ghiaia, detriti e altri sedimenti.
  5. Metalli pesanti: zinco, piombo, rame, ecc.
  6. Sostanze chimiche organiche
  7. Nutrienti

Come funziona un impianto

Un impianto per il trattamento delle acque di piazzale è un sistema che, tramite processi fisico-chimici, rimuove gli inquinanti. Le fasi tipiche del trattamento includono:

Stoccaggio: le acque di prima pioggia vengono intercettate e accumulate in una vasca. Le piogge successive, considerate meno inquinate (“seconda pioggia”), possono essere scaricate direttamente.

Dissabbiatura/Sedimentazione: in questa fase, i solidi più pesanti (sabbia, ghiaia) si depositano sul fondo grazie alla gravità.

Disoleazione: un separatore a coalescenza rimuove oli e idrocarburi, che, essendo più leggeri dell’acqua, galleggiano e vengono trattenuti.

Filtrazione/Assorbimento (opzionale): per un ulteriore affinamento, si possono usare filtri a sabbia o a carboni attivi per rimuovere i contaminanti residui.

L’acqua trattata può quindi essere scaricata in fognatura o in un corpo idrico superficiale nel rispetto dei limiti imposti dalla normativa.